L’Istria, 140 anni fa, era già collegata con il treno a Vienna, Parigi e Budapest. La ferrovia era un tempo un importante catalizzatore di crescita economica e di sviluppo, mentre oggi serve solo come monumento vivente del patrimonio industriale. Una delle principali stazioni ferroviarie è stata costruita a Pisino ed è tuttora presente e conserva una collezione privata dedicata alla storia della ferrovia istriana con numerosi reperti risalenti al periodo della monarchia austro-ungarica. Il custode di questa collezione è il signor Jovo Ačimović, che ha trascorso tutta la sua carriera da ferroviere collezionando amorevolmente tutti i manufatti che lentamente cominciavano a cadere in disuso. Nel 1873 ci fu il primo colpo di piccone per la costruzione della ferrovia di Pisino che fu poi completata nel 1876. In soli tre anni furono posati 122 km di binari ferroviari da Divača a Pola e 21 km da Canfanaro a Rovigno. La ferrovia era d’importanza strategica perché poteva collegare Vienna direttamente con Pola, il principale porto della monarchia in tempo di guerra.
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Se siete alla ricerca di una vera trattoria tradizionale istriana e di un’atmosfera amichevole e familiare, allora la Trattoria Vodnjanka nel cuore di Pola dovrebbe essere la vostra prima scelta. Si tratta di una piccola trattoria a conduzione familiare, aperta tutto l’anno ed è il luogo preferito dagli abitanti locali per il brunch e la pausa pranzo. Appena entrate i proprietari vi faranno sentire immediatamente a casa e dato che il signor Moris Civitico, il padrone di casa, è anche molto appassionato di musica, vi intratterrà con piacevoli sottofondi musicali. Dopo tutto quello che è stato detto e fatto, possiamo tranquillamente e vivamente consigliarvi questo locale che è sempre stato un luogo per gli amanti della buona cucina tipica istriana - tutte le specialità fatte in casa che risalgono a centinaia di anni fa - dalle varietà di pasta fatta in casa (pljukanci, fusi) alle salsicce e alla lonza di maiale (“ombolo”) con crauti - il piatto classico della stagione invernale nelle osterie locali, fino alla trippa e alla “Maneštra” istriana (il Minestrone, una zuppa di verdure e fagioli), così come i peperoni ripieni e gli stufati. La famiglia Civitico ha maturato 33 anni di esperienza nella gestione della trattoria e nel settore della ristorazione.
Villa Torlonia fa parte, insieme alla casa natale di Giovanni Pascoli, del Parco Poesia Pascoli, un progetto culturale che mira a valorizzare la poesia di Giovanni Pascoli nella sua città natale, San Mauro di Romagna, ribattezzata San Mauro Pascoli in onore del poeta. Giovanni Pascoli (1855-1912) fu uno studioso classico e poeta le cui liriche aggraziate e malinconiche, perfette nella forma, ritmiche nello stile e innovative nella formulazione, ebbero un'influenza importante sul movimento dei "crepuscolari". Villa Torlonia ("La Torre") è una splendida casa colonica del XVII / XVIII secolo, appartenente al Principe Torlonia, dove Ruggero Pascoli, padre del poeta, lavorava come amministratore; questo è il luogo in cui la sua puledra ha riportato Ruggero Pascoli, dopo che era stato ucciso da un ignoto assassino, come descritto dal poeta nelle poesie "La cavallina storna" e "San Lorenzo". Villa Torlonia ospita ora una mostra multisensoriale che racconta la poetica del Pascoli attraverso la tecnologia e l'innovazione. Villa Torlonia dista circa 3 km dalla casa natale di Giovanni Pascoli, nel centro di San Mauro Pascoli (via Giovanni Pascoli, 46). Quest'ultima è stato completamente ripristinata alla struttura originale; la sua cucina con un grande camino è completamente intatta e offre ai visitatori una preziosa visione dell'infanzia del poeta. Anche lo studio del poeta, la camera da letto e il giardino sono visitabili. Il museo organizza visite guidate, mostre dedicate e attività didattiche
WINTER: Tuesday to Saturday: 09:30-12:30;15:30-18:30; SUMMER: Tuesday to Saturday: 09:30-12:30;16:00-19:00
La storia di Villa Silvia iniziò nel 1874 quando divenne proprietà della contessa Silvia Pasolini Zanelli, che riuscì a renderla il salotto dalla cultura di Romagna. Alcuni degli intellettuali più famosi della Romagna frequentarono la Villa, tra cui Giosuè Carducci - il primo italiano a vincere il premio Nobel per la letteratura - che trascorse undici anni a Lizzano dal 1897 al 1906. Qui, fu ispirato a comporre la famosa Ode alla Chiesa di Polenta. La stanza del poeta, perfettamente intatta e visibile, conserva i suoi arredi originali. Nel suggestivo "Giardino Letterario" situato intorno alla villa, la visita è accompagnata da un commento audio che fornisce notizie, informazioni, aneddoti e canzoni sulla vita della contessa e la sua relazione con Carducci e altri intellettuali che frequentavano la casa. Villa Silvia è ora sede dell'AMMI (Associazione Italiana di Musica Meccanica), che sviluppa la ricerca, studio, divulgazione, conservazione e restauro di strumenti musicali meccanici, con una ricca biblioteca. Il museo "Musicalia" è un'esposizione permanente di strumenti musicali di straordinario interesse. Il museo è stato pensato per essere un viaggio di sette stanze che ripercorre i momenti qualificanti della storia della musica meccanica. Dalla sua invenzione, alle varie fasi del suo sviluppo e alla sua costituzione nella società, al declino dovuto alla comparsa del grammofono e di altri strumenti moderni di diffusione sonora.
Saturday, Sunday and bank holidays SUMMER: 16 -19 WINTER: 15 - 18
Con la sua tradizione ed esperienza pluriennali, il ristorante offre specialità per veri buongustai. Ognuno troverà qui qualcosa di suo gusto. Oltre ai piatti isolani tradizionali quali l’agnello di Cres (Cherso), i pesci e i granchi dell’Adriatico, ravioli nostrani con ricotta e asparagi, bistecche di manzo Boškarin, presso il ristorante potrete gustare diversi piatti sotto la peka, dal grill aperto su carboncini di legno o arrosto, nonché bere scegliendo tra una cinquantina di tipi di vini croati di qualità.
La trattoria Vela Vrata a Beram si trova proprio all’ingresso del centro di questa piccola città, famosa soprattutto per gli affreschi di San Vincenzo di Castua nella chiesa di Santa Maria alle Lastre. La taverna ha accolto i suoi primi ospiti nel 2006 e da allora è stata gestita da una coppia di sposi, Sandro e Helena Jurčić. Cosa offre questa tipica taverna istriana? I gestori sono stati tra i primi ad offrire la carne del bovino boskarin istriano, preparata in vari modi e secondo diverse ricette. Sono famosi anche per la pasta fatta a mano e per il pane fatto in casa appena sfornato. La loro cucina è composta esclusivamente da cibi locali e stagionali forniti dai contadini locali. I laboriosi cuochi di Vela Vrata sono molto orgogliosi di alcuni dei loro piatti fuori dall’ordinario come ad esempio lo stufato di quaglie o lo stufato di lepre con polenta (poltiglia di farina di mais). Si possono gustare anche con una varietà di piatti a base di tartufo.
È praticamente impossibile visitare Pola e non fare una sosta al mercato coperto. È il proverbiale cuore della città, il più vibrante dei luoghi che attira sia gli abitanti del posto che i turisti e i visitatori. Il suo aspetto più attraente è sicuramente l’architettura dell’edificio stesso, eretto qui nel 1903. Al momento del suo completamento fu un vero e proprio miracolo architettonico e un esempio unico nel suo genere, grazie alla sua struttura combinata di ferro e vetro, mai realizzata in precedenza. L’azienda viennese Münz finanziò la sua costruzione con 250.000 Corona austriaca, secondo i progetti di l. Nobis. Le sue travi di ferro semicircolari, forgiate nella ferriera Witkowice non smettono mai di stupire e suscitano l’interesse dei turisti e dei cittadini. Al piano terra del monumentale edificio del Mercato di Pola, si trova il mercato del pesce, della carne e dei salumi dei produttori locali e internazionali.
07.00h - 13.00h
Nella zona denominata “Valle”, dove in epoca altomedievale era collocata la gastaldaga longobarda, sede della corte regia, sorge oggi il complesso monastico di Santa Maria in Valle che, con annesso il Tempietto Longobardo, costituisce un’importante testimonianza della storia e dell’evoluzione urbana di Cividale. Il Monastero, esistente già nell’830, fu continuamente ampliato e rinnovato, con significativi interventi tra XIII-XIV e XVI secolo, fino a costituire l’importante nucleo monumentale tuttora conservato. Annesso al complesso, a ridosso del fiume, si trova il Tempietto, un edificio unico nel suo genere, prestigioso in virtù dell'eccezionalità delle opere d'arte in esso custodite: al suo interno i mosaici e gli stucchi figurativi-ornamentali e un programma di affreschi eseguiti in uno stile aulico e sapientemente raffinato, ne fanno una delle più splendide ed ambiziose commissioni giunte sino a noi dall’VIII secolo. Dal 2011 è stato inserito nei beni riconosciuti dall’UNESCO patrimonio mondiale dell’Umanità.
ORARIO ESTIVO (dal 1^ aprile al 30 settembre) da Lunedì a Venerdì 10.00 - 13.00 e 15.00 – 18.00 Sabato, Domenica e festivi 10.00 – 18.00 ORARIO INVERNALE (dal 1^ ottobre al 31 marzo) da Lunedì a Venerdì 10.00 - 13.00 e 14.00 – 17.00 Sabato, Domenica e festivi 10.00 – 17.00
Il belvedere tematico “Providenca” (leggi Provvidenza) comprende il percorso didattico Apsyrtides, lungo 300 m, e il bar del belvedere con una ricca offerta di delizie tipiche del luogo.Chiamato con il nome che gli antichi Greci diedero all’arcipelago di Cherso e Lussino, il percorso didattico Apsyrtides svela a ogni visitatore la vera anima di quel mucchio d’isole che può essere ammirato dal belvedere. Con l’aiuto di 28 cartelli interpretativi corredati di fotografie e testi, il percorso mostra ogni isola dell’arcipelago per quel che effettivamente è, ossia un mondo a sé unico e irripetibile. Il bar del belvedere offre sensazioni davvero uniche fin dai suoi arredi: 18 tavoli e panche di legno, tutti rigorosamente fatti a mano, portano ciascuno il nome di una delle navi lussignane che nel XIX secolo furono varate dai celeberrimi cantieri navali dell’isola. Il belvedere tematico“Providenca” è il miglior luogo da cui apprezzare le bellezze di queste isole e godere del magico momento in cui “il sole s’immerge nel mare”.
A cavallo del XX secolo si è assistito alla trasformazione del nucleo storico di Pisino, che fungeva da collegamento tra quella che allora era la periferia e l’antico castello di Pisino (Kaštel), e più tardi la stazione ferroviaria e la ferrovia, che si sono rivelati entrambi catalizzatori per l’ulteriore sviluppo della città. Qui i ricchi mercanti, i politici e gli artigiani di Pisino costruirono le loro case. La via principale era il Corso on i suoi numerosi ristoranti, pub e negozi. Nel nucleo storico della città vecchia si trovava anche il primo Liceo croato in Istria. Nel 1899, in quello che oggi è l’edificio dell’Archivio di Stato, dopo anni di dura lotta da parte dei revivalisti istriani Juraj Dobrila, Matko Iaginja, Vjekoslav Spinčić e altri, fu fondato il primo liceo scolastico croato. Il ginnasio fu il primo istituto di istruzione secondaria per i croati istriani.
07:00h - 15:00h
Il miele prodotto sul Carso è di altissima qualità a causa dell'assenza di agricoltura intensiva e quindi di pesticidi e di campi, foreste e frutteti in cui le api possono trovare fonti di puro nettare. Mieli di acacia, marasca, lime, millefiori e, molto raro, edera. Nell'area del Carso isontino si trova un ciliegio canino, o ciliegia di Santa Lucia, dalla quale si ottiene il miele della Marasca del Carso, riconoscibile per il suo colore ambrato e i riflessi rossastri. Non è particolarmente dolce e la sua caratteristica è un forte retrogusto di mandorla. Viene prodotto solo in pochi anni e per questo motivo è particolarmente ricercato.
every morning from 9.00 a.m. to 12.00 noon
Porta di accesso a sud e stazione del Parco del Delta del Po, la Salina di Cervia è considerata un ambiente di elevatissimo interesse naturalistico e paesaggistico, oltre che testimonianza del processo tradizionale per la raccolta e la lavorazione del sale. La Salina si estende per una superficie di 827 ettari a circa 1600 m dal mare. Nel 1959 il sistema industriale di raccolta singola sostituì il precedente metodo artigianale di raccolta multipla; le 144 piccole saline esistenti all'epoca furono sostituite da una dozzina di grandi bacini, ad eccezione della Salina Camillone. In questa salina, grazie al lavoro volontaristico di una associazione culturale, il sale viene ancora prodotto secondo il sistema tradizionale millenario, la cosiddetta raccolta multipla che viene eseguita quotidianamente dai bacini di sale. Il sale di alta qualità così prodotto è presidio Slow Food. Il sale di Cervia è "sale integrale", sottoposto solo a lavorazioni fisico-meccaniche e viene chiamato "Dolce", per la purezza del cloruro di sodio e l'assenza di altri sali amari normalmente presenti nell'acqua di mare. In estate sono organizzate visite guidate alla Salina Camillone: ai visitatori vengono mostrate le diverse fasi di raccolta del sale e vengono fornite informazioni sulle proprietà di questo sale. All'interno della salina si trova il Centro visitatori che è anche un importante punto di osservazione per lo studio e il censimento degli uccelli migratori degli uccelli lungo l'Adriatico.
Visit to the Camillone Salt Pan: June to September, Thursdays and Sundays at 5 pm
I buongustai scelgono il ristorante “Za Kantuni”!
Sul posto dove si trova il nostro ristorante Za Kantuni, al inizio del ventesimo secolo era situato l'hotel-ristorante Drehr Bierhalle con le sue dependance. All'interno della struttura si trovava un ristorante con terazza aperta nel quale si versava la birra di qulita' ed grande scelta di vino.
Oggi, nel nostro ristorante potete assagiare piatti autoctoni della nostra cucina del'isola, che sono basati sugli riccetti antichi ed concettualizzati secondo la gastronomia culinaria ed moderna. Pesce di mare fresco, scampi e calamari cucinati in vari modi, molluschi, carne di agnello cotto sotto la campana sono le vere prelibatezze di questi luoghi. Offriamo una grande scelta di grappe ed liqupri del Quarnero, vini di qualita' di tutta la Croazia.
Ristorante Za Kantuni porta il marchio di qualita' "Kvarner Food" il quale l'ufficio turistico Quarner assegna ai ristoranti che con la loro offerta promuovono la tradizione culinaria e gastronomia del Quarnero.
Siamo lieti di ospitarvi nel nostro ristorante!
Il Ristorante Casa Artusi, coerente con la filosofia artusiana e il territorio che lo ospita, propone la cucina domestica. Molti dei piatti artusiani possono essere degustati al ristorante, secondo stagione. La grande qualità delle materie prime, la ricerca delle eccellenze gastronomiche, il rispetto della stagionalità dei prodotti e la loro sostenibilità ambientale, sono alla base delle ricette servite. Forte è il legame con il territorio e la tradizione, tanto che tutta la pasta fresca è fatta in casa e rigorosamente tirata al mattarello e vengono valorizzate le ricette tipiche con prodotti DOP, IGP e Presidi Slow Food regionali. Il ristorante offre un menu "a la carte" e menù tematici o menù speciali, anche in accordo con produttori che prendono parte all'evento e spiegano i prodotti, il loro processo di produzione e le loro caratteristiche. Circa 200 diverse etichette di vini sia dell’Emilia sia della Romagna sono in mostra e in vendita nella enoteca di Casa Artusi, in virtù della sua affiliazione con l’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna, insieme ad altri prodotti del territorio, come liquori, e aceto balsamico tradizionale che possono anche essi essere acquistati qui. L’Enoteca di Casa Artusi offre aperitivi e degustazioni. L’OSTERIA di Casa Artusi offre una ristorazione più informale e un’ampia selezione di vini, serviti sia al calice sia in bottiglia, oltre a un buffet di specialità del territorio e piatti dalla cucina di Casa Artusi.
La Ribarska Koliba a Verudela è uno dei più famosi ristoranti di Pola. Questo ristorante centenario ha conservato a lungo la sua tradizione di servire frutti di mare freschi di alta qualità. Un tempo era una nota locanda, mentre oggi è un ristorante di prima classe. È sempre stato un’oasi di frutti di mare freschi dell’Adriatico. Non sorprende che, come habitué, abbia avuto numerose celebrità - politici e personaggi famosi dell’industria musicale e cinematografica di allora e di oggi. Anche Tito, presidente dell’ex Jugoslavia, era un habitué quando
trascorreva il tempo nella sua residenza di Brioni. In suo onore, gli è stata anche dedicata una delle sale del ristorante. Ancora oggi questo ristorante viene apprezzato molto per la sua tradizione centenaria e la sua reputazione di squisita cucina di pesce. Si può inoltre godere di una vista sul mare e sulla vicina Marina di Veruda con i suoi yacht di lusso e le sue piccole imbarcazioni locali.
L’obiettivo principale dell’istituto “Plavi svijet” (Mondo blu) è legato alla ricerca e alla tutela del mare e degli organismi marini, oltre che a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di tutelare l’ecosistema marino e le specie marine minacciate dal rischio d’estinzione. Anche voi potete contribuire a proteggere i delfini tursiopi dell’arcipelago adottando un comportamento ancor più sensibile all’ambiente e alla necessità di preservarlo. Più concretamente, potete partecipare al programma “Adotta un delfino”. Come si fa? Semplice: si può aderire al progetto visitando il Centro d’educazione marina di Lussingrande e compilando gli appositi moduli oppure online sul sito dell’Istituto. L’istituto Plavi svijet vi ringrazierà omaggiandovi con il Pacchetto per l’adottante, con la rivista annuale dell’istituto “Akvamarin” e con una bella fotografia del delfino che avrete contribuito a proteggere con la vostra generosità.
La famiglia Parovel produce a Trieste vini e oli extravergine da varietà autoctone sulle colline dei fiumi Rosandra e Rio Ospo sin dal 1898. La Riserva Naturale Val Rosandra - Dolina Glinščice, è un’eccezione nel Carso triestino con il suo terreno argilloso misto di calcare e marne, ricco di minerali e di acque sotterranee dal microclima mediterraneo. Alla famiglia Parovel viene attribuito il merito di aver reintrodotto la coltura dell’olivo nella regione Friuli Venezia Giulia nel 1984. Oltre alla produzione del Tergeste Dop Presidio Slow Food producono anche altri blend. É l’unica azienda della provincia di Trieste che partecipa all’evento nazionale “Cantine Aperte” e numerose sono le iniziative per avvicinare i curiosi al loro lavoro. È sempre possibile richiedere di visitare la cantina e gli uliveti.
Le faggete vetuste del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e la Riserva Integrale di Sasso Fratino fanno parte della lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO e della Rete Natura 2000, con la presenza di 79 specie animali e 4 vegetali di interesse comunitario, 30 habitat di interesse comunitario e 12 siti natura. Ricerche universitarie hanno identificato, nella Riserva, faggi di oltre 500 anni di età, tra i più antichi d’Europa, che la rendono una delle 10 foreste decidue più antiche dell’Emisfero Boreale. Il Parco Nazionale copre un’area di circa 36.000 ha lungo l’appennino tosco-romagnolo e comprende territori delle province di Forlì-Cesena, Arezzo e Firenze. Il Parco comprende un’area nella quale l’uomo ha sempre vissuto e lavorato, come testimoniano i numerosi ruderi e borghi abbandonati nel suo territorio. L’intervento di “restauro” dell’antica foresta è iniziato nella seconda metà dell’1800 e fu ripresa (dopo una parentesi di grande sfruttamento soprattutto per la creazione di una piccola ferrovia per il trasporto del legno, la “via dei legni”, tra il 1906 e il 1913, quando l’area era proprietà di una impresa privata) con l’acquisto nel 1914 della Foresta da parte dell’allora Regno d’Italia. Oggi il Parco offre itinerari tematici, animati da centri visita disseminati al suo interno. Il Parco promuove il Presidio Slow Food del Cacio Raviggiolo. Diversi altri prodotti agroalimentari tradizioni hanno aree di produzione all’interno del Parco.
the park is always open; visitor centres have different working hours (see https://www.parcoforestecasentinesi.it/it/multimedia/mappainterattiva/strutture-didattico-informative)
Una ricca e straordinaria collezione di opere degli artisti croati, donazione del prof. Andro Vid e della Sig.ra Katarina Mihičić insieme ad una collezione di opere degli artisti stranieri, donazione del Sig. Giuseppe Piperita, è custodita ed esposta nella galleria Fritzi di Mali Lošinj.
La famiglia Chiavalon di Dignano possiede una delle più note aziende agricole familiari istriane. Sono produttori di olio extravergine di oliva di qualità eccezionale e di fama internazionale. La loro storia è iniziata circa 15 anni fa quando producevano circa 200 litri di olio, ma grazie alla crescente qualità del loro olio, l’interesse per i loro prodotti è cresciuto, tanto da costringerli ad aumentare la loro produttività. I tassi di produzione annuale di questa azienda a conduzione familiare sono i seguenti: 16 tonnellate di olio d’oliva, 50 tonnellate di cereali e la stessa quantità di foraggio e di verdure. Il loro olio si trova oggi sugli scaffali dei negozi e nei ristoranti in Giappone, a Taiwan, negli Stati Uniti e in tutta l’UE, così come in Serbia, in Montenegro e, di recente, anche in Qatar. Per saperne di più sul loro olio d’oliva e sulla loro confezione premium fatta su misura per il cliente, scopritelo dal vivo sul posto (a Dignano) nella loro meravigliosa sala di degustazione, dove saranno felici di condividere la loro storia e dove potrete anche deliziare il vostro palato con i prodotti che producono, oltre a ricevere assistenza professionale dai proprietari stessi - Sandi e Tedi Chiavalon.
Accompagnati dalle nostre guide, i visitatori potranno provare il piacere di una bella passeggiata per l’oliveto e il piccolo frutteto della nostra tenuta. Durante la visita è possibile acquistare miele e olio d’oliva locali, oltre a diversi altri prodotti a base d’olive e miele che i visitatori degusteranno durante la visita. L’oliveto si trova lungo la strada che porta all’aeroporto.
L’ambiente del museo-galleria “Kula” (La torre) di Veli Lošinj testimonia la tradizione marittima dell’isola. L’esposizione permanente ha il compito di presentare la storia di Lošinj nelle sue varie fasi, con un accento particolare sulla celebre storia marittima. Oltre all’’esposizione permanente, nell’ambiente sono previsti i locali per le esposizioni occasionali di opere di pittura nonché quelle di museo.
Il Museo dell’Apoxyómenos è un’istituzione archeologico-architettonica culturale singolare dalle nostre parti completamente dedicata ad un solo oggetto esposto – la statua di bronzo del giovane atleta Apoxyómenos. La statua è stata ritrovata nei fondali presso l’isola di Lussino, alla profondità di 45 metri, da parte del turista Belga nel 1997. Nel 1999 l’Apoxyómenos è stato estratto dal mare sul cui fondo ha trascorso quasi due millenni.
Il Museo dell’Apoxyómenos racconta in modo originale la storia dello sportivo dalle misure del corpo perfette, un’opera d’arte che impressiona con la sua interezza e la bellezza dell’esecuzione. La statua dell’Apoxyómenos di bronzo greca risale al 2° o al 1° secolo a. C. e il suo nome proviene dalla parola Apoxyómenos, termine greco per la rappresentazione dell’atleta che si pulisce dall’olio, sudore e sabbia dopo un esercizio o una gara. L’atleta di Lussino è rappresentato nel momento in cui pulisce il suo raschiatoio, è completamente conservato, quando è stato ritrovato gli mancavano solo il mignolo della mano sinistra, gli occhi e il raschiatoio, mentre al piede della gamba destra era ancora fissata una parte della base di bronzo originale. Dopo l’estrazione dal mare i lavori di conservazione e di restauro sulla statua sono stati affidati all’Istituto Croato per il Restauro di Zagabria e sono andati avanti per 6 anni pieni dopodiché la statua dell’Apoxyómenos è stata ospitata da alcuni dei musei più importanti al mondo (Louvre, British Museum, J.P Getty Museum).
Il Museo dell’Apoxyómenos, dedicato ad un solo artefatto, ad un reperto archeologico singolare nell’Adriatico e alla sua storia, è stato inaugurato nel maggio del 2016 al Palazzo Quarnero nel pieno centro di Lussinpiccolo. Durante quasi due decenni dalla sua estrazione dal mare fino al ritorno a Lussino nel museo ideato solo per essa, la splendida statua antica è diventata il simbolo e il marchio dell’isola di Lussino. La bellezza senza tempo dell’Apoxyómenos, la sua storia originale e misteriosa e i pezzi d’esposizione peculiari del museo non lasceranno indifferente nessuno!
Il Museo Nazionale Concordiese è uno dei più antichi d’Italia, e il primo eretto nel Veneto dopo l’Unità di Italia. Fu aperto al pubblico il 28 ottobre 1888. Espone una collezione di materiali provenienti dalla colonia romana di Iulia Concordia, fondata nel 42 a.C. in prossimità dell'incrocio tra la Via Annia e la Via Postumia, rinvenuti in occasione di scoperte fortuite da parte dei “cavatori” di pietre, durante scavi archeologici regolari o come donazioni da parte di famiglie del luogo. La prima significativa scoperta avvenne nel 1873: dalla terra emerse un’intera necropoli tardo antica, poi denominata “sepolcreto dei Militi”, in considerazione del grande numero di iscrizioni dedicate ai soldati. La struttura del Museo presenta la forma di una basilica cristiana a tre navate e ospita statue, bronzi figurati, mosaici, elementi architettonici, stele funerarie, ritratti, manufatti, monete, gemme, ornamenti in ambra, lucerne, altri oggetti di uso quotidiano e vetri, tra cui la famosa coppa incisa di Daniele tra i leoni, oltre a moltissimo materiale epigrafico, proveniente dalla città di Concordia e dai suoi monumenti. Il museo propone un ricco calendario di visite guidate tematiche, laboratori didattici (archeologia, storia) unitamente a eventi per bambini, famiglie, appassionati, ma anche professionisti, in collaborazione con scuole e associazioni
8.30- 19.30 (ticket office closes at 19.00)
Il Museo Etnografico di Belfiore (Comune di Pramaggiore – VE) sorge in un antico mulino ad acqua, annesso alla Villa ottocentesca Dalla Pasqua ed esempio del forte legame con la conduzione agricola che caratterizza molte ville costruite tra Settecento e Ottocento. Il mulino, attivo dal XV al XX secolo, si trova all’interno un rigoglioso parco caratterizzato dalla presenza di antichi e imponenti alberi, tra i quali si distinguono querce e frassini, sulla riva destra del fiume Loncon, che alimentava l'attività del mulino. Alcune piante di gelso testimoniano la presenza di un allevamento dei bachi da seta nel sottotetto della villa. Con la caduta della Repubblica di Venezia, l’attività molitoria diventa per molto tempo fonte di ricchezza, soprattutto nel secolo XIX, quando si procede a bonificare le paludi da Concordia al mare e si sviluppa la monocoltura del mais. L'allestimento del Museo è monografico e approfondisce la storia dell’opificio idraulico e le attività connesse alla coltivazione dei cereali e il lavoro molitorio. Nella sala macine si possono ancora osservare i meccanismi e gli ingranaggi in uso fino al secolo scorso, foto d'epoca e oggetti rappresentativi dell'attività cerealicola. Il Mulino e il Parco della Villa Dalla Pasqua ospitano eventi e laboratori didattici promossi dal Comune di Pramaggiore. Poco distante, l'edificio della Castellina ospita mostre temporanee. Il Mulino di Belfiore fa parte dell’itinerario ciclo-turistico “Le vie del Pane”.
May-Sept. Sunday (and 1st Saturday of the month): 15.30 - 18.30; Oct-Apr. Sunday (and 1st Saturday of the month): 14:30-17:30
Il Museo è un Museo della Marineria unico in Italia, perché unisce una sezione coperta e una sezione galleggiante. La sezione coperta, progettata nello stile degli antichi arsenali, ospita a Bragozzo e un Trabaccolo completamente equipaggiati con le loro "vele al terzo". L'itinerario di visita parte dal tema "struttura e costruzione" in cui vengono presentati materiali e tecnologie e viene ricostruita una bottega dell'ottavo secolo. Si prosegue con l'area "propulsione e governo", mostrando esempi antichi e moderni e installazioni didattiche per testare la propria abilità con nodi, manovre e paranchi. La parte finale dell’itinerario mostra oggetti di vita a bordo, pesca, navigazione, simboli magico-religiosi (ad esempio gli "occhi" di prua). La sezione galleggiante, nella parte più antica e più interna del porto-canale progettato da Leonardo da Vinci, raccoglie 10 tipiche imbarcazioni a vela (restaurate, con le loro vele variopinte in estate) dell'alto e medio Adriatico, utilizzate per la pesca e il traffico marittimo tra la fine del XIX e la metà del XX secolo: il Bragozzo e il Bragozzo d’altura (piccole barche a vela), la Battana e il Topo (barche a fondo piatto), la Lancia, il Trabaccolo da pesca e il Trabaccolo da trasporto, la Paranza e il Barchét (barca da pesca di medie dimensioni). Due barche sono ancora idonee alla navigazione e usate per conservare il patrimonio immateriale delle antiche pratiche di navigazione. Durante il periodo natalizio, sulle barche viene allestito un presepe tradizionale.
WINTER: Saturday, Sunday and Bank-Holidays: 10 - 12 and 15 - 19; SUMMER: the floating section as an open air museum, can be visited 24 hours a day all year long
Il Museo della Bonifica raccoglie elementi che riconducono alla storia della città e del territorio circostante con le sue trasformazioni, rappresentando le vicende vissute da chi lo ha abitato nel passato. Il museo accompagna il visitatore a scoprire i segni del passato e delle trasformazioni dell'ambiente ancora vivi e immediatamente percepibili nei grandi impianti della bonifica, nell'enorme rete di canali, nelle case rurali costruite per ospitare le famiglie degli agricoltori. I visitatori riconosceranno i segni del paesaggio agrario e i tesori naturalistici del fiume. Il museo si articola in una sezione naturalistica, una sezione etnografica ed una sezione bonifica. La sezione naturalistica descrive i caratteri dell'ecosistema palustre preesistente alla bonifica: la palude dolce e la palude salmastra e i caratteri bioecologici dei due ecosistemi; la Sezione Bonifica descrive le fasi dell'intervento di bonifica; la Sezione Etnografica descrive gli aspetti fondamentali della cultura locale e del rapporto uomo-ambiente nel Basso Piave.
Summer: Monday and Thursday (9.00 -12.30); Wednesday and Friday (10.00-12.30; 16.00-19.00); Saturday (16.00-19.00); Winter: Tuesday ( 9.00–12.30); Wednesday and Friday (10.00-12.30); Thursday (10.00-12.30; 15.00-18.00); Saturday and Sunday (15:00-18:00)
All’opera del patriarca Callisto (737-757), che aveva spostato la sede del Patriarcato d’Aquileia da Cormons a Cividale, vengono attribuiti il rinnovamento e l’ampliamento dell’antico complesso ecclesiastico, divenuto sicuramente nucleo episcopale nella tarda età longobarda: comprendeva la basilica di Santa Maria Assunta e il battistero di San Giovanni Battista (i cui resti si trovano sotto l’attuale duomo) ed il palazzo patriarcale (oggi nei piani interrati del Museo Archeologico). A quest’epoca risalgono il tegurio marmoreo della fonte battesimale (attribuito a Callisto) e l’altare fatto realizzare dal re Ratchis, cividalese, in onore di suo padre, il duca Pemmone: queste opere, un tempo poste nel battistero, eccezionalmente conservate e, oggi visibili nell’adiacente Museo Cristiano inaugurato nel 2008, riconosciute Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, rappresentano una delle massime espressioni della scultura della tarda età longobarda e sono il risultato di un rinnovamento del linguaggio che recupera diverse tradizioni figurative di epoca paleocristiana. Il Museo Cristiano conserva anche altre opere d’arte di carattere cultuale, tra cui delle oreficerie di grande pregio di età altomedievale
ORARIO ESTIVO (dal 1° aprile al 30 settembre) da mercoledì a domenica 10.00 -13.00 e 15.00 - 18.00 ORARIO INVERNALE (dal 1° ottobre al 31 marzo) da mercoledì a domenica 10.00 -13.00 e 15.00 - 17.00
Museo Archeologico Nazionale ha sede presso il Palazzo dei Provveditori Veneti Il palazzo è stato eretto nella seconda metà del XVI Secolo (1565-1596): qui durante il periodo di dominio della Serenissima si sono avvicendati circa 150 Provveditori Veneti. Nell’Ottocento il palazzo ospitava uffici e dal 1895 la Pretura. Acquisito dallo Stato, integralmente ristrutturato, è divenuto nella seconda metà del XX secolo sede del Museo Archeologico Nazionale, raccogliendo la sua straordinaria storia e collezione iniziata nel lontano 1817: l’attuale ricco patrimonio museale vanta reperti archeologici di epoca romana, paleocristiana, altomedievale, romanica e gotica, oltre ad importanti codici medioevali; una visita particolare meritano le sale che conservano i corredi delle necropoli urbane e suburbane di Cividale, veri tesori dell’artigianato artistico longobardo. Nelle murature del Museo Archeologico Nazionale, in ambiente interrato, si trovano i resti del Palazzo patriarcale di età longobarda, testimoniato da un pavimento musivo a fondo bianco con un disegno geometrico a tessere nere
Il Museo è aperto tutti i giorni ad eccezione dei seguenti giorni di chiusura: 1° gennaio, 1° maggio, 25 dicembre. Il Museo è aperto il lunedì dalle ore 9:00 alle 14:00, e dal martedì alla domenica dalle ore 8:30 alle 19:30. La biglietteria chiude 30 minuti prima dell'orario di chiusura del Museo.
Il Museo accoglie opere di artisti del Novecento che hanno operato prevalentemente nel Veneto e che hanno per tema principale la rivisitazione del paesaggio particolarmente della regione. Il museo organizza periodicamente Mostre temporanee, Concorsi, convegni ed eventi sul tema del paesaggio veneto, oltre a Laboratori per le scuole e workshop artistici. Il Museo è sede dell’Osservatorio del Paesaggio della Bonifica del Veneto orientale. Il paesaggio della Bonifica è uno dei grandi paesaggi novecenteschi italiani, frutto di un intervento iniziato a partire dal 1880, decollato a partire dai primi anni del ‘900 e conclusosi sostanzialmente alla metà del XX secolo; questo intervento ha cambiato radicalmente l’aspetto ambientale e paesaggistico di oltre 5 milioni di ettari della nazione, basti pensare ai 600.000 ettari di terra totalmente “nuova”, principalmente tra Veneto ed Emilia Romagna, fatta emergere dalle acque delle paludi litoranee dopo il loro prosciugamento mediante scolo meccanico. Il territorio intorno al Museo è un tassello esemplare del paesaggio nuovo, quasi totalmente artificiale, che una serie di infrastrutture di terra e acqua e di edifici particolarissimi (canali, arginature, strade poderali, ponti girevoli, conche di navigazione, idrovore) ha creato e mantiene stabilmente emerso dal 900. Il museo ha una sezione storica, una sezione contemporanea, una sezione fotografia.
Temporary exhibitions opening hours: Saturday: 15:00 - 18:00; Sunday 10:00- 12:00; 15:00- 18:00
Il giardino profumato lussinese – vivaio di erbe medicinali dell’isola, a Lussinpiccolo. Con l’aiuto di una guida specializzata, I visitatori possono conoscere la ricca flora dell’isola, le proprietà medicinali delle erbe e acquistare un souvenir tipico dell’isola.Nel giardino crescono oltre 250 differenti piante aromatiche spontanee che nobilitano, col loro profumo, l’arcipelago di Lussino e Cherso. Il quadro complessivo del giardino lussignano è completato da oltre 100 specie botaniche alloctone. Ogni singola aiuola è stata creata con la tecnica delle gromače, i muretti a secco d’antica memoria. La vista panoramica che potrete ammirare dal Giardino abbraccia le più suggestive insenature lussignane, spingendosi sino ai monti del Velebit (Alpi Bebie). Al crepuscolo (dalle 18,00 alle 23,00), poi, i visitatori hanno la possibilità di degustare alcuni prodotti tipici locali.
Il Mercato Ittico Comunale di Caorle, in Riva delle Caorline, vende pesce a km zero, pescato freschissimo, proveniente dal mare Adriatico, in particolare dalla zona tra Punta Tagliamento e Chioggia, ma anche dalle acque della Laguna di Caorle e da quelle dolci dei fiumi Nicesolo, Lemene e Livenza. Al rientro dei pescatori, nelle prime ore del pomeriggio, le tante varietà di pesce, crostacei e molluschi pescate vengono sistemate in casse subito scaricate sulla banchina e portate nella sala del mercato per l’immediata vendita all’asta. Seguendo il rituale dell’asta “ad orecchio”, tipico della tradizione caorlotta, i compratori sussurrano all’orecchio dell’astatore la propria offerta per la partita di pesce desiderata; ricevute varie offerte dai compratori, l’astatore aggiudica l’asta e invita chi ha fatto l’offerta più vantaggiosa a ripeterla a voce alta in modo che il procedimento sia trasparente per tutti. Nel mercato ittico comunale sono inoltre a disposizione dei consumatori, caorlotti e turisti, postazioni di vendita al minuto. I banchi propongono ai clienti pesce da cattura in mare (a seconda dell'esito della pescata: sogliole, orate, calamari, calamaretti, canocchie - o “canocie” alla veneta- moscardini, triglie, moli, lucerne, palombi e pesce azzurro) e pescato di laguna, cioè catturato all'interno di una valle tradizionale da pesca inserita nel contesto della Laguna di Caorle e Bibione.
Retail market: Tuesday to Saturday: 8:30 -11:30. Wholesale market is reserved to operators.
Il mercato coperto era un regalo alle venderigole da parte di Sara Davis, figlia di un ricco mercante inglese, che aveva notato la vita dura, all'aperto sotto il sole e la Bora, che queste donne erano esposte nei mercati. Con il denaro della sua eredità la città costruì il mercato attuale, progettato dall'architetto Camillo Iona (Vienna 1886 - Trieste 1974) che in questa costruzione riuscì a combinare molte idee internazionali. Il grande edificio si presenta come un sapiente mix di funzionalità e forma, componenti mescolate a tal punto da far sì che la bellezza dell’edificio derivi proprio dal suo essere pienamente funzionale, tuttora attivo nel 21° secolo.
08:00 - 17:00
Il Mercato Coperto di Rimini, in pieno Centro Storico, nasce con lo scopo di unire la vecchia pescheria della Città con i banchi alimentari del mercato ambulante, in una struttura più moderna e capace di rispondere meglio alle esigenze del cliente. Il Mercato, con i suoi 4.500 mq di superfice che ospitano 110 attività, comprendenti produttori e commercianti dei reparti ortofrutta, pescheria, macelleria e generi alimentari e bar, è un punto di riferimento per la spesa alimentare a Rimini ma anche luogo di aggregazione e scambio. La presenza di un elevato numero di ditte fa sì che i prezzi dei prodotti di stagione siano molto concorrenziali, la varietà di prodotti ampissima e disponibili servizi quali la pulizia o sfilettatura del pesce o la preparazione della verdura, indicazioni sulla stagionalità dei prodotti e consegna a domicilio. Al Mercato Coperto di Rimini si trova la più grande e fornita Pescheria dell'Emilia-Romagna, con oltre 60 banchi di vendita. Il pesce, nella quasi totalità, arriva ogni mattina direttamente dal Porto di Rimini, pescato di notte e venduto fresco il giorno stesso. La comodità di poter acquistare anche frutta e verdura di stagione per preparare i propri piatti a base di pesce, rende la Pescheria del Mercato coperto uno delle più frequentate. In Pescheria, oltre ai tradizionali banchi di commercianti, ci sono anche 10 banchi di produttori che vendono esclusivamente i propri prodotti a km 0 e 6 banchi specializzati nella vendita di molluschi.
Monday to Saturday: 7.00 - 19.45
L'antica Manifattura dei Marinati fa parte dei Musei del Gusto dell’Emilia Romagna e rappresenta un pezzo importante della storia di Comacchio, perché ha rimesso in moto l'intero ciclo di lavorazione delle anguille e delle acquadelle (Atherina Boyeri: una varietà di pesce di mare di piccole dimensioni). La fabbrica-museo offre al visitatore un’esperienza unica, articolata su tre sale espositive. La sala dei fuochi, realizzata all’inizio del ‘900, contiene dodici grandi camini; qui venivano preparate, selezionate, tagliate, cotte e inscatolate le anguille marinate. L’attività del laboratorio è attualmente limitata al periodo dell’anno da ottobre a dicembre, quando le anguille vengono catturate con le caratteristiche trappole dette “lavorieri” e lavorate secondo il metodo tradizionale. La seconda area, la calata, ospita le marotte, particolari imbarcazioni-vivaio a fondo piatto, coperte, con fori e fessure per permettere di mantenere in vita i pesci durante il trasporto. La calata era una banchina di approdo dove il pescato destinato alla marinatura veniva scaricato e selezionato per pezzatura. L’itinerario si conclude nella sala degli aceti, dove sono custodite le botti e i tini di varie dimensioni, che contengono la concia per la conservazione. Plastici, immagini, proiezioni e terminali interattivi forniscono tutte le informazioni per la visita al museo. Sono inoltre organizzate conferenze a tema, degustazioni guidate e approfondimenti con filmati d’epoca
Nov-Feb: Tuesday-Saturday: 9.30 -13.00; 14.30 -18.00; Sunday and Holidays: 10.00 - 17.00; Mar- Jun and Sept. to Oct. Tuesday-Sunday: 9.30 -13.00; 15.00 - 18.30; Jul-Aug: every day 9.30 - 13.00 and 15.00 - 18.30
La Latteria Sociale di Cividale e Valli del Natisone s.c.a. nasce nel 1924 con il nome di Latteria Turnaria di Cividale in seguito alla chiusura delle Latterie di Gagliano e Spessa (frazioni del Comune di Cividale). La Cooperativa è attualmente costituita da un totale di 160 soci dei quali 55 conferiscono il loro latte in caseificio. Presso i locali di produzione della Latteria Sociale di Cividale vengono lavorati giornalmente 175 quintali di latte trasformati sia in formaggi freschi che in formaggi stagionati. Fra i prodotti di punta si possono elencare il formaggio Montasio DOP tradizionale (che costituisce circa il 30% dell’intera produzione) ed i formaggi ‘Latteria del ‘24’, ‘Matajur’ e ‘Saporito delle Valli’ tutti a latte crudo. La cooperativa occupa complessivamente 30 persone impiegate sia nel caseificio che nei negozi di proprietà che commercializzano giornalmente circa la metà dell’ intera produzione.
La “Trattoria della Marianna” rappresenta un luogo concreto della tradizione e della memoria del borgo S.Giuliano, caposaldo della identità riminese ed evocatore di suggestioni felliniane. Le sue radici affondano negli ultimi anni del 1800, quando la Trattoria aprì i battenti a pochi passi dal celebre Ponte di Tiberio, proponendo i piatti tradizionali del pescato riminese. La trattoria ancora oggi offre un menù di mare basato sui prodotti del territorio: pesce azzurro, pesce pregiato e frutti di mare autoctoni scaricati giornalmente dalla flotta di pescherecci locali, latte dai numerosi allevamenti di mucche, capre e pecore, che garantiscono genuinità, freschezza e gusto unico a formaggi locali, farina biologica, macinata a pietra in Val Marecchia, olio extravergine d’oliva dei colli di Rimini, estratto a freddo. Oltre al vino del territorio, anche l’acqua servita è locale: proviene dalla antica fonte romana che sgorga a Covignano (RN), ricca di sali minerali che favoriscono la digestione. La pasta fresca è tirata a mano secondo tradizione. L’ambiente della trattoria è accogliente. I colori protagonisti sono l’azzurro e il bianco e tutto ha una connessione con il mare; dalla facciata che ricorda un mercantile al bancone del bar ricavato da una barca. All’esterno, un’ampia veranda è aperta tutto l’anno.
La casa medioevale è nota come la "casa più vecchia di Cividale" o "casa dell'orefice" o “casa del Mille”. Infatti, tale costruzione, datata metà-seconda metà del XIV secolo, doveva ospitare un laboratorio orafo. Sembra che fosse stata costruita su una torre mozzata. L'attuale struttura a tre piani sembra essere quella originale, mentre porte e finestre sono state modificate ed ampliate, eccetto la finestrella al primo piano dove la tradizione medioevale colloca l'ufficio amministrativo della bottega. La casa non nasce da un progetto autonomo ma riutilizza una precedente struttura in pietra, molto probabilmente una torre come mettono in luce i corsi regolari di pietra ben squadrate, presenti sulla parete esterna destra della costruzione. All'interno è presente un frammento di scultura medioevale appartenente ad un pilastrino o una cimasa e qui reimpiegato. La casa medioevale ha ospitato una bottega di oreficeria per alcuni anni, recuperando così la funzione originaria; dal 2015 è stata riaperta a cura del Comune di Cividale del Friuli e dell’Associazione Ambientarti.
Lun, ven, sab, dom 10.30 - 13.00 / 14.00 – 18.00
Circondato da risaie, nebbie e atmosfere suggestive, si trova il ristorante La Capanna di Eraclio. In un territorio bonificato, a sei metri sotto al livello del mare e qualche chilometro dall’adriatico più settentrionale, il tempo sembra essersi fermato a quando il ristorante era una semplice osteria per i mezzadri che lavoravano questa terra di confine tra il mare Adriatico e le ampie valli e gli acquitrini del Delta del Po. Nelle cucine della Capanna di Eraclio arrivano ogni giorno pesce freschissimo dell’Alto Adriatico e di laguna: calamari, sgombri, branzini, anguille, moeche, piccoli gamberetti, canocchie, vongole e molluschi, ma anche germani, folaghe e altra selvaggina di piuma. Non manca la pasta al mattarello e i dolci della tradizione. La genuinità e i profumi di una cucina di una volta caratterizzano la proposta del ristorante, autenticamente famigliare dal 1922. La Guida Michelin gli assegna 1 stella.
L'ultima pasticceria "liberty" di Trieste produce dolci tradizionali austro-ungarici dal 1836, quando il negozio fu fondato dalla famiglia ungherese Eppinger. Bonbon, pasticcini fondenti, presnitz, pinze e uova di cioccolata artigianale animano le austere vetrine seguendo l'avvicendarsi delle stagioni. Passando attraverso le porte di vetro con disegni in stile Art Nouveau, il visitatore può raggiungere un ambiente in cui il tempo sembra essersi fermato. "La Bomboniera" ha un piccolo segreto: tutti i dolci sono cucinati nell'originale forno a legna del 1836, l'unica pasticceria di Trieste (e forse in Italia) ad usare questo antico metodo di cottura aggiungendo ulteriore fascino a questo locale storico.
From Tuesday to Saturday 9-13 17-20 Sunday 9-13
Nella parte più vivace di Pola, proprio accanto al capolavoro architettonico austro-ungarico che è il mercato cittadino, troverete il bar e ristorante Kantina. Questo luogo eccezionale con il suo bar e terrazza si trova proprio nel cuore pulsante della città - sulla flanatik Street, che è la zona pedonale più attraente del centro di Pola. Qui potete scegliere dove cenare - sia sulla terrazza con vista che vi farà sentire immediatamente il battito pulsante della città, sia al piano inferiore, nell’interno del ristorante splendidamente decorato con archi in pietra. In questo luogo troverete la pace, un’atmosfera calda e una vera impressione dei ristoranti tradizionali e delle vecchie cantine. In realtà, questo ristorante era la cantina della villa della famiglia Matijassevich e Koch, costruita nel XIX secolo. La sua cucina offre specialità mediterranee locali e piatti tradizionali.
I Casoni sono strutture abitative umili ed essenziali, tipiche del Basso Piave, per il particolare ambiente di palude che da sempre lo ha caratterizzato. Rimasti nel territorio almeno fino alla metà del 1900, oggi ne restano rarissimi esempi, normalmente di proprietà privata. I Casoni avevano in origine una struttura portante in legno a base rettangolare e pareti rifoderate da canne e piante tipiche di palude, talvolta spalmate di creta o letame, povere ma decisamente funzionali. I casoni si possono distinguere in due tipi: quello di palude (costruito su palafitte nelle vicinanze dell’acqua) e quello di pianura (costruito su terre completamente emerse). Le finestre erano di dimensioni piuttosto ridotte, per favorire l’isolamento termico e non far entrare troppo freddo d’inverno e troppo calore d’estate. Nei casoni erano ricoverati attrezzi usati per pescare e cacciare e, in parte minore, attrezzi per l’agricoltura. Dei casoni e della laguna di Caorle ne ha parlato anche Hemingway nel suo libro “Di là dal fiume e tra gli alberi”, in cui lo scrittore racconta della costa adriatica tra Friuli e Veneto lungo la quale soggiornò durante uno dei suoi viaggi. Via dei Casoni si trova poco distante dal centro di Caorle, in località Falconera. L’itinerario ciclabile si snoda da Piazzale Olimpia per Strada Palangon fino alla “Isola dei pescatori” e da qui a Falconera. Escursioni a bordo di imbarcazioni turistiche in questo tratto di laguna possono prevedere soste per visitare i casoni.
free
Il ristorante Insolito nasce come ristorante cosmopolita, aperto alla sperimentazione dei gusti, attento all'arte e alla cultura. Un mix di tradizione e innovazione è il leitmotiv dei menu offerti da questo ristorante. La stagionalità, la freschezza degli ingredienti, il giusto equilibrio tra carne e piatti a base di pesce sono i principi della sua offerta gastronomica. La creatività dello chef è abbinata al patrimonio gastronomico locale, senza escludere i grandi prodotti della cultura nazionale e internazionale, includendo varie proposte vegane e senza glutine. La sua cucina è fatta di contaminazione, conoscenza ed esperienza. Ragù, cappelletti e pasta sono esclusivamente fatti in casa per garantire l'artigianalità del gusto. Tra i suoi piatti, secondo la stagionalità e la tradizione, anche Bel e Cot e cappelletti possono essere offerti nel suo menu.
La Città di Osor è infatti, un museo all’aperto, nel quale gli artisti di tutte le epoche hanno lasciato la propria traccia, dall’artista moderno, Meštrović fino ai resti delle mura antiche, delle fortezze, della prima basilica eretta agli albori della cristianità; una città-museo i cui giardini e parchi nascondono, nella propria vegetazione, tracce di ville antiche, di portali del rinascimento e di monasteri. Una cittadina che incarna i periodi storici vissuti ed in contemporanea appare un vero museo, nel periodo estivo, diventa un unico palcoscenico ricco di eventi culturali, tra i quali si distinguono le Serate di musica di Osor (Osorske glazbene večeri).
Il Giardino Mediterraneo della Venezia Orientale è uno dei quattro Giardini Mediterranei realizzati all’interno del progetto INTERREG ITALIA-SLOVENIA 2007-2013 “SIGMA2”. Situato a Bibione (VE) in prossimità della foce di Porto Baseleghe, si caratterizza per essere un Giardino litoraneo in un’area che ha mantenuto importanti elementi di naturalità, finalizzato alla tutela della biodiversità degli habitat litoranei presenti (linee di deposito marine, dune mobili, dune grigie, dune con prati di Malcolmietalia), con particolare riferimento alle piante spontanee. L’Università di Trieste (Dipartimento di Scienze della Vita) ha prodotto per il Giardino Mediterraneo della Venezia Orientale una guida botanica interattiva che aiuta ad identificare le specie botaniche spontanee presenti nel sito: http://dbiodbs.units.it/carso/chiavi_pub21?sc=578 Informazioni sul Giardino presso il Comune di S.Michele al Tagliamento (VE): Piazza della Libertà n. 2 - San Michele al Tagliamento (VE).
free
Il faro si trova nella zona più a est di Bibione, all’apice della foce a delta del fiume Tagliamento. Costruito dal Genio Civile a inizio Novecento, quando la linea di costa si trovava più avanzata, è costituito da un corpo rettangolare a due piani e dalla torre cilindrica di 21 metri, che lo rende visibile fino a 15 miglia dalla costa. Venne distrutto da un bombardamento nel giugno del 1917, ma fu subito ricostruito. L’architettura semplice e il colore bianco dei muri del faro si stagliano sul verde della riserva naturalistica della pineta, che prima dell’erosione provocata dal mare cresceva anche nella zona antistante. L’elettrificazione del faro avvenne nel 1952. Fino a quell’anno, i custodi del faro dovevano mantenere acceso il fuoco che veniva amplificato da potenti lenti. Dal 1973 l’impianto fu completamente automatizzato. Per contrastare direttamente l’erosione della spiaggia, che negli ultimi 30 anni è avanzata ampiamente, e preservare il faro, sono state costruirte massicciate frangiflutti, la cui disposizione dovrebbe inoltre favorire l’accumulo di sabbie portate dal Tagliamento. Il faro, oltre che punto di riferimento notturno per i marinai, è meta diurna per camminate, percorsi in bicicletta e gite a cavallo,dei turisti e della comunità locale. L’area circostante, infatti ha il particolare pregio di unire biotopi diversi, grazie alla vicinanza con il corso del fiume, dale piante mediterranee, alla flora alpina e alle orchidee
Summer: 7-19; October: Saturday and Sunday (9-13;14-17)
Dal 1976, la Mostra Nazionale Vini organizza il Concorso Enologico più antico d'Italia, autorizzato dal Ministero per le Politiche Agricole e Forestali e gestito dall'A.E.E.I., nonché del Concorso Interregionale del Formaggio Montasio. La rassegna nacque nell’immediato dopoguerra dai cittadini di Pramaggiore che vollero valorizzare una delle risorse più preziose del territorio: il vino. Prendono parte all’esposizione i vini provenienti da venti regioni italiane, vini valutati all’interno del Concorso Enologico Nazionale vini Docg, Doc e Igt. I numerosi campioni in gara sono attentamente esaminati da un centinaio tra enologi ed enotecnici dell’Assoenologi nazionale che redigono la classifica e decretano i vincitori delle diverse categorie in gara. La Mostra è inoltre sede di altri eventi, serate tematiche, degustazioni e organizza visite alle cantine e a ai produttori del territorio. La Mostra ha una partnership strategica e un progetto di sviluppo congiunto con la sede di Pramaggiore dell’ente di formazione Lepido Rocco, che ospita anche il punto informativo di animazione territoriale KeyQ+ Point per il Veneto del progetto INTERREG V A Italy-Croatia KeyQ+. Per visitare la Mostra od organizzare visite nelle cantine, è possibile rivolgersi al centro di formazione Turistico Alberghiero Pramaggiore del Lepido Rocco, in Via Callalta 2 - 30020 Blessaglia di Pramaggiore (VE) – Tel. +39 (0)421 799258; e-mail: alberghiero.pramaggiore@lepidorocco.com
20 /04/ 2019–01/05/2019: Saturday, Sundays, public holidays: 10.00-12.00 / 16.00-24.00; weekdays: 18:00-24:00
Per far risaltare i prodotti agricoli della penisola istriana sulla mappa culinaria di questa regione e di tutto il Paese, l’Agenzia per lo sviluppo rurale dell’Istria (AZRRI) ha costituito il Centro educativo gastronomico dell’Istria, situato sulla collina di Gortanov brijeg (collina di Gortan) vicino a Pisino. Qui si svolgono numerosi eventi, soprattutto corsi di cucina e presentazioni della cucina tradizionale e contemporanea istriana, sia per cuochi principianti che esperti, nonché per gli amanti della gastronomia, buongustai e turisti stranieri e visitatori che vengono in Istria per una vacanza. Sperimentate la tradizione dell’enogastronomia locale sulla collina di Gortanov attraverso spettacoli di cucina interattivi con chef professionisti che preparano i pasti secondo i principi fondamentali della gastronomia istriana: semplicità di preparazione, freschezza dei prodotti e delle carni utilizzate, cibi stagionali e locali. L’applicazione di questi principi non sarebbe possibile senza il continuo sostegno di tutti i produttori locali di frutta, verdura, carni, uova, latticini e altri alimenti.
on demand
1898. I Domenis si stabiliscono a Cividale del Friuli. L’avo Pietro Domenis fonda la distilleria che comincia a distribuire i suoi prodotti nel territorio friulano. 1951-1984. Il metodo di distillazione Domenis viene migliorato grazie a ingenti investimenti nell’impianto produttivo. Il know how aziendale viene brevettato: l’impianto ad alambicchi, costituito interamente di rame, e il metodo discontinuo a vapore diretto a bassa pressione costituiscono il marchio di qualità di un’azienda in continua espansione nel mercato. 1986. Domenis continua l’attività di miglioramento della tecnica di distillazione. Nascono i primi prototipi delle acquaviti d’uva, recentemente riapprovate al mercato dei distillati. 1999. Nasce la Linea Biologica di Domenis. La sensibilità dei consumatori per i prodotti derivati da materie prime biologiche trova pronta Domenis che seleziona per queste produzioni solo fornitori di vinacce certificati. Nascono i prodotti kosher, ottenuti secondo le antiche regole della religione ebraica. Domenis comincia a utilizzare anche vinacce di uve provenienti da agricoltura biologica per realizzare le sue grappe. Avviata nel 2009 viene completata la riqualificazione dell’immagine aziendale. Nuovo logo e stile rinnovato nel labelling e nel packaging dei prodotti di media e alta gamma. Il 2016 segna l’inizio di un nuovo corso per lo storico marchio DOMENIS® e per la prestigiosa distilleria di Cividale del Friuli, che torna protagonista del mercato dei distillati di alta qualità come “DOMENIS1898 srl”.
Casa Artusi è un museo vivente dedicato a Pellegrino Artusi, riconosciuto padre della cucina moderna, nato a Forlimpopoli, dove si trova il museo, il 4 agosto 1820. Pellegrino Artusi ha scritto il manuale più famoso sulla cucina di casa italiana, " La scienza in cucina e l'arte di mangiare bene ", che è stato venduto in 15 edizioni, solo nel corso della sua vita, raggiungendo un numero totale di quasi 800 ricette. All’Artusi va il merito di aver dato dignità a quel “mosaico” di tradizioni regionali, avendolo per la prima volta pienamente valorizzato ai fini di una tradizione gastronomica “nazionale”. Nei suoi oltre 2800 metri quadrati nel complesso monumentale della "Chiesa dei servi", il museo vivente è suddiviso in varie aree che si occupano di diversi aspetti della cultura gastronomica: biblioteca, ristorante, scuola di cucina, cantina, libreria, museo e sale per eventi. La scuola di cucina di Casa Artusi, che offre un ricco programma di corsi sia per gli amanti del cibo sia per i professionisti, dispone di una cucina didattica con 20 postazioni attrezzate per corsi pratici e può ospitare fino a 30 partecipanti ai corsi dimostrativi. Casa Artusi è il cuore pulsante della Festa Artusiana, che si svolge ogni anno durante 9 notti alla fine di giugno e trasforma la città di Forlimpopoli nella capitale del "mangiare bene", intrecciando cibi appetitosi e un ricco programma di spettacoli, concerti, intrattenimento, mostre ed eventi culturali che stimolano il palato e deliziano la mente.
Monday and Wednsday: 15-18; Tuesday and Saturday: 9 - 12.30; Thursday and Friday: 9 - 12.30; 15 - 18
Cantina storica che unisce tradizione e innovazione, improntando la propria filosofia sulla valorizzazione del territorio, con le sue caratteristiche pedo-climatiche ideali per la coltivazione della vite nella vasta pianura ai piedi delle Prealpi, caratterizzata dalla presenza di grandi fiumi, acque di risorgiva di provenienza dolomitica e terreni diversi. Produce diverse linee di vini DOC, DOCG e IGT (Vintage, Classici, Tipici, Selezioni, Spumanti e Frizzanti (tra cui un Raboso Veneto IGT – da uve Raboso 100%). La cantina accoglie professionisti e appassionati di vino in piccoli o grandi gruppi per visite e degustazioni.
Altro buffet triestino situato nell’antico Borgo Teresiano all’altezza del Mercato coperto. A qualunque ora della giornata si può gustare un piatto che fa parte delle radici dei triestini. La cucina, praticamente a vista si posiziona alla fine di un lungo locale, sviluppato in senso longitudinale, dove si viene accolti da profumi e sapori della tradizione. Il valore aggiunto di poter vedere gli chef al lavoro, attraverso la finestra aperta sulla cucina, è molto apprezzato dall’amplia clientela locale e dai molti turisti che si spingono fino a qui, un po’ fuori rispetto ai soliti percorsi cittadini.
Bora Bar trattoria & tartuferia È immerso nel silenzio e nella quiete di cala Rovenska, ad un passo da Lussingrande. In questo locale in riva al mare è possibile assaporare il gusto di tante specialità della cucina italiana e un’ottima pasta artigianale che amiamo abbinare al tartufo istriano fresco. Ogni giorno la nostra pasticceria sforna dessert sempre caldi e sfiziosi. A parte la piccola ma ottima selezione di birre artigianali (craft), chi ci viene a trovare può scegliere tra le migliori marche di gin, rum e whisky in circolazione oppure ordinare un Aperol Spritz e berlo con lo sguardo assorto ad ammirare lo spettacolo del mare e dei monti del Velebit (Alpi Bebie). Con la sua atmosfera accogliente e rilassante, è l’ideale anche per le famiglie con bambini o con cane al seguito. Internet Wi-Fi gratuito.
Tipico buffet della tradizione triestina permette di scegliere tra una vastissima gamma di prodotti che vanno dalla tradizionale “caldaia” il bollito a base di maiale) a una notevole offerta quotidiana nel suo menù a base di pesce. Location tradizionale, gestito dallo stesso proprietario da quasi 30 anni, si trova nel cuore del Borgo Teresiano, uno dei quartieri più antichi e carichi di storia del centro di Trieste. Il locale com’è tipico della tipologia dei buffet dispone di un orario molto ampio. è il posto ideale per snack veloci ma anche per pranzi e cene. La cucina è giornaliera, fatta di prodotti del territorio, sempre freschi. Non mancano mai due piatti simbolo della triestinità come il baccalà mantecato e i sardoni barcolani nelle loro varie preparazioni, in savor o impanati.
L’Agenzia per lo sviluppo rurale dell’Istria (AzRRI) è stata fondata con lo scopo di proteggere le razze animali autoctone dell’Istria attraverso la loro valorizzazione economica. L’agenzia lavora per il recupero di razze in via di estinzione che non hanno un grande potenziale commerciale, ma fanno parte dell’identità e della tradizione della penisola istriana. Oltre alle carni fresche di razze autoctone, alcune delle quali vengono lavorate per “maturazione”, l’AZRRI produce anche salumi di alta qualità (salumi e salsicce).
I sapori e i profumi sono unici e chiaramente definiti per ogni prodotto della vasta gamma AzRRI, ognuno dei quali fornisce un chiaro legame con il territorio attraverso aggiunte come il Terrano istriano, la Malvasia istriana, l’Aglio istriano, il Tartufo istriano .... La valorizzazione economica o gastronomica della carne di razze autoctone non è solo un modello di gestione sostenibile insieme agli allevatori di bovini, asini e pecore istriani, ma anche un modello positivo di gestione del territorio agricolo in Istria - soprattutto nelle zone boschive periferiche dove vivono le razze autoctone.
L'azienda agricola La Fagiana è specializzata nella coltivazione e commercializzazione del riso superfino carnaroli. Oltre al riso carnaroli, produce Riso Vialone nano, Riso Venere, farine di riso e di Mais biancoperla, preparati per risotti, vini (tra cui Raboso), e tre tipologie di birre con riso Carnaroli. L'azienda ha iniziato a produrre riso con una piccolissima produzione nel dopoguerra ove la pilatura era effettuata a mano. Oggi, per quanto incrementata grazie alla parziale meccanizzazione della coltura e della pilatura, la produzione conserva le caratteristiche di un prodotto artigianale: il riso viene pilato senza raggiungere la massima sbiancatura, in modo da conservare le proprietà insite nella parte esterna del chicco, e viene offerto senza l'aggiunta di imbiancanti, lucidanti e conservanti. La farina di riso viene prodotta attraverso un mulino a pietra. Viene setacciata con tre diversi crivelli da 1100 mµ, da 700 mµ e da 200 mµ, in modo da ottenere tre tipologie di grana, che l’azienda ha denominate: grossa - fine, tipo semola; e finissima, tipo 00. La farina di mais biancoperla è ottenuta da pannocchie affusolate, con grandi chicchi di colore bianco perlaceo brillante, macinata anche essa secondo tradizione. Presenta una grana molto fine, che consente di ottenere una polenta cremosa, delicata, ricca di profumi.
L’azienda produce olio Tergeste DOP ma anche altri blend di Leccino e Maurino. Si trova sul Montedoro, nella zona di Prebenico, vicino al confine con la Slovenia. Nella coltivazione predilige tecniche di lavoro moderne anche se l’azienda risale addirittura al 1823. Innumerevoli sono le certificazioni e i premi di qualità ottenuti negli ultimi dieci anni. Attualmente gestisce un uliveto di 9 ettari, più due boschivi. Nella coltura non vengono usati concimi di alcun tipo, per non far inaridire la terra. Vengono utilizzati solo alcuni fitofarmaci per colpire i parassiti in modo mirato. Su prenotazione si posso prenotare visite guidate dell’uliveto con degustazione di olio. Periodo consigliato dal 1° marzo al 15 ottobre. Gruppi da un minimo di 4 persone a un massimo di 50 persone.
Ristorante Artatore è ubicato nell’omonima caletta, a 7 km da Lussinpiccolo. Ideale per i diportisti, visto che offre un ottimo riparo dalla bora, cala Artatore racchiude in sé una magnifica spiaggia naturale circondata da una pineta e dal verde rigoglioso della macchia mediterranea. Questo è lo spettacolo che si vede dalla terrazza del ristorante. Siccome l’aeroporto è lì a due passi, appena atterrati vi consigliamo di fare una sosta ristoratrice di qualche ora all’Artatore: a trarne vantaggio saranno sia l’anima, sia il corpo.
L’offerta gastronomica del ristorante si basa, fin dalla sua apertura avvenuta nel lontano 1972, su ricette di famiglia ispirate alla cucina mediterranea che prevedono l’uso esclusivo degli ingredienti dell’isola di Lussino. Ricordiamo che il ristorante Artatore ha partecipato a tutti i progetti gastronomici promossi dall’Ufficio turistico della Città di Lussinpiccolo: “Cucina lussignana”, “Con le vele lussignane in giro per il mondo”, “La cucina al tempo dell’ Apoxyómenos, l’Atleta di Lussino” ecc.
Iulia Concordia era una città romana fondata verso la metà del I sec. a.C. Successivamente, probabilmente in età medievale, venne chiamata semplicemente Concordia, fino al 1868 quando un Regio Decreto ne determinò l’appellativo di Concordia Sagittaria, riferendosi all’antica fabbrica di frecce (sagittae) che vi trovò sede all’inizio del IV sec. d.C. Il percorso di visita agli scavi archeologici di Concordia Sagittaria inizia dalla Cattedrale di Santo Stefano, che si affaccia sull'antica via consolare Annia, che collegava Adria ad Aquileia, su parte dei magazzini commerciali extraurbani (horrea) dei primi secoli dell’Impero e sul complesso paleocristiano costituito dalla Basilica Apostolorum, interamente rivestita da mosaici, e dalla trichora martyrum, edificio con tre absidi dedicato al culto dei martiri; il percorso prosegue raggiungendo un tratto delle mura cittadine e i resti di un edificio termale di epoca romana (II-III secolo d.C.) di cui sono stati scoperti pregevoli resti della decorazione pittorica con immagini di Nereidi e atleti. Verso Nord si incontrano due aree di scavo: la Domus dei Signini (che conserva pregevoli resti delle pavimentazioni a mosaico) e il Teatro. L’ultima tappa è l’area archeologica del Ponte romano. Percorrendo il Decumano Massimo, si ritorna verso l’area della Basilica, costeggiando il Foro.
8.30- 19.30 (ticket office closes at 19.00)
I membri dell’esercito austro-ungarico probabilmente non avrebbero mai immaginato che la fortezza Verudela di Pola, risalente a 130 anni fa, un tempo così maestosa, sarebbe diventata la sede del più grande acquario moderno della Croazia. Al posto dei soldati, la fortezza storica oggi ospita specie di pesci provenienti dal nord e dal sud dell’Adriatico, nonché diverse specie provenienti dalle aree tropicali di tutto il mondo. Questo imponente edificio, costruito nel 1886, è un patrimonio culturale protetto la cui funzione è cambiata nel corso della storia – da militare e di ospitalità, ad area espositiva e infine all’odierna sede di molte specie marine e d’acqua dolce. Un’altra delle sue attrazioni principali è la gigantesca cupola d’acciaio, che è stata restituita al forte 74 anni dopo che l’originale fu prelevata dagli italiani e fusa per essere utilizzata nella seconda guerra mondiale. L’acquario ospita 35 acquari con 211 specie di creature marine e d’acqua dolce in tutto il mondo, dal Mediterraneo fino agli habitat tropicali marini e d’acqua dolce.
09:00 - 16:00 (o più lungo, dipende della stagione)
Il ristorante dell’hotel offre alcuni sfarzi che lo rendono degno di una visita. Vorremmo segnalarne alcuni in questa guida. Prima di tutto, è gestito da uno dei più creativi e competenti chef croati, Denis Zembo che ha acquisito esperienza lavorando a fianco dei migliori chef di tutto il mondo e ha gestito diversi ristoranti - tra cui il suo ristorante gourmet Le Mandrać a Volosko (Opatija, Croazia). Inoltre, il ristorante si trova a pochi passi dall’anfiteatro di Pola, da cui prende il nome. Non c’è da stupirsi che alcune delle più famose celebrità
locali e mondiali siano clienti abituali. In particolare lo sono coloro che soggiornano in albergo durante e dopo lo spettacolo prenotato nel vicino anfiteatro di Pola. Infine, un cuoco così rinomato non sarebbe così famoso senza tutti i piatti gourmet deliziosi e creativi basati su ingredienti di alta qualità di provenienza locale. Questa è la sua specialità, il che spiega perché è amato da molti. Proprio per questo
Gault&Millau, una delle guide gastronomiche più prestigiose al mondo, non manca mai di inserire questo ristorante nelle loro recensioni.